La fontana fu voluta da Pier Donato Cesi, vicelegato pontificio a Bologna, per abbellire la nuova piazza del Nettuno (aperta dopo l’abbattimento di un gran numero di piccole costruzioni) con un’opera che simboleggiasse la munificenza del buon governo pontificio di Pio IV. La commissione venne assegnata il 2 agosto 1563 al fonditore bolognese Zanobio Portigiani, all’architetto palermitano Tommaso Laureti (al quale venne delegata l’esecuzione della struttura architettonica dell’opera) e infine allo scultore fiammingo manierista Giambologna, incaricato di realizzare la statua bronzea del Nettuno e le parti scultoree con una retribuzione di mille scudi d’oro. Il tema del Nettuno, particolarmente in voga nelle fontane del Cinquecento, venne già affrontato dal giovane ma ferrato Giambologna nel concorso per la fontana di piazza della Signoria a Firenze, poi vinto da Bartolomeo Ammannati.
1 comment